21_09_2012 | VITALI E GNASSI: NOI STIAMO CON BERSANI. RENZI? NON CONFONDIANO RINNOVAMENTO CON GIOVANILISMO

Venerdì, 21 Settembre 2012

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VITALI E GNASSI: NOI STIAMO CON BERSANI. RENZI? NON CONFONDIANO RINNOVAMENTO CON GIOVANILISMO


Anche Andrea Gnassi esce allo scoperto. Il giorno dopo lo ‘show’ del ‘rottamatore’ Matteo Renzi in piazza Cavour, il sindaco di Rimini è cofirmatario, assieme al presidente della Provincia, Stefano Vitali, (ma di lui si sapeva già), di una lettera di sostegno al programma di Pierluigi Bersani, candidato alle primarie del Pd in vista delle politiche. Del suo avversario più temuto, Matteo Renzi, in fondo alla lettera, scrivono (senza risparmiarsi): “Non possiamo confondere il rinnovamento con il giovanilismo ‘alla moda’, magari ricco di gadget ma vecchio nella protezione dei potentati, rendite e incrostazioni e che intende il cambiamento solo come salto di carriera e non come necessario cambio di passo di un Paese esausto”.


I due attaccano con alcuni distinguo. Non siamo “stolidi yes man” né “endorsement maliziosi o interessati”, fanno capire subito i due. Poi i contenuti del sostegno.


Punto primo: c’è bisogno di un po’ di pace in un Pd dove regna una “conflittualità” “dovuta all’istinto di auto conservazione della classe dirigente”. “L’unico che spicca per pacatezza di toni e sobrietà di atti e parole sei tu, nei panni mediaticamente scomodi di chi ha una grande responsabilità e dunque non può permettersi ‘fuori giri’. In questo vediamo il miglior Bersani, la persona cioè che ha costruito un’idea di leadership sulla base di una forte e radicata esperienza amministrativa, sul territorio, tra la gente, mettendo assieme politica e amministrazione quotidiana. Lo stesso Bersani che, poi, da Ministro è stato l’ultimo (il solo) a attuare un vero programma di liberalizzazioni con incidenza diretta sulla vita di famiglie e imprese non fermandosi al racconto del cambiamento e dell’innovazione ma rimuovendo concretamente rendite di posizione a favore del merito, dell’innovazione e della capacità d’impresa”.


Punto secondo: “il senso vero della parola federalismo”, la liberalizzazione nessuno ha finora fatto. “Si può (si deve) fare politica bene, senza consegnarsi mani e piedi a potentati e lobby”. “Non comprendiamo e non condividiamo le ipotesi di una proroga della ‘sospensione della politica’ chieste a gran voce, non a caso, da quei ‘poteri forti’”. “Per questo le tue parole e la tua storia personale di uomo libero e slegato di quei poteri, che non esitano a utilizzare ogni mezzo e persona per fare valere le proprie intollerabili prerogative, valgono molto di più di una strategia di marketing (si riferiscono ancora a Renzi, nrd?). Solo recuperando il senso vero di parole come ‘federalismo’ e cooperazione tra i diversi livelli istituzionali e della società civile ugualmente coinvolti e responsabili nelle sorti del Paese, riusciremo a ridare dignità a ciò che la demagogia non riconosce più”.


Punto terzo: rinnovamento, un tema che non può “essere lasciato ad altri”. “Ormai in pochi, in Italia, a Roma come a Rimini, si pongono nell’ottica di offrire disinteressatamente il proprio contributo di esperienza al partito e ai giovani. Tu hai detto “avevamo una generazione nel partito che ci ha accompagnato con generosità”. Oggi al ruolo formativo che proprio la generosità dovrebbe veicolare naturalmente in troppi preferiscono gli egoismi, ancor più laceranti nel tempo in cui ormai non si scorge più la riva che separa politica e cittadini. Il tema del rinnovamento è il tema del merito”. “Ma rinnovamento è soprattutto avere, accettare, confrontarsi su punti di vista diversi. Diversi da quelli che si respirano da 30 anni in una segreteria di partito o in un Parlamento o in un circolo locale. Il Pd è nato sulla molteplicità dei punti di vista, sulla capacità di cogliere e di sintonizzarsi con il meglio della società moderna. Non possiamo ora derubricare tutto ciò a fatto secondario rispetto al mantenimento di equilibri stucchevoli e irritanti”.